Perché tutto questo?

E' ora che lasci qualche memoria digitale di alcuni pensieri che mi accompagnano da tempo. Devo farlo altrimenti potrebbero essere sepolti da altra roba. La mia mente ha smesso di accumulare informazioni.
E' iniziato allora il processo di sostituzione dei contenuti della mia memoria invece del suo ingrandimento. Insomma invecchio. Lascerò qui traccia digitale dello scorrere del tempo e dei pensieri.

2013-04-12

DEJA-VU - ipotesi di spiegazione

Dopo aver scritto questo post sono andato a farmi un giro su wikipedia per sapere che ne pensano gli scienziati. Non troverete grosse differenze rispetto a quanto riporta wikipedia. 
Non ho scoperto nulla di trascendentale. Fior di psicologi e neurologi si sono applicati a questo enigma e la spiegazione che qui ho dato somiglia in qualche modo alle loro teorie (il che è preoccupante per il loro equilibrio mentale).
Questo post potrebbe quindi risultare per alcuni un déjà-vu di un déjà-vu. Eppure io ho attinto solo ed esclusivamente ai miei pensieri. Se avete capito un po' come sono fatto saprete che amo sbagliare con la mia testa, rifiuto l'autorità in ogni sua forma e, se possibile, vorrei esplorare gli argomenti ragionando insieme.
D'altronde queste sono tutte memorie originali e pertanto sono di esclusiva creazione del sottoscritto. Non rischio accuse di plagio (se capitasse sarebbe plagio involontario per rielaborazione inconscia di letture o discussioni fatte in tempi remoti).
E' inquietante come possiamo ingannare noi stessi quando crediamo di stare creando qualcosa. A me capitava spesso strimpellando con la chitarra. Mi mettevo lì e creavo un riff o un giro di accordi strani, arpeggi che cercavo di rendere melodiosi e innovativi.
Puntualmente mi ritrovavo a verificare con stupore che quello che stavo creando era niente altro che l'esecuzione di qualche motivetto che inconsciamente suonavo credendo di essere creativo.
Vi rimando pertanto a(nche a) wikipedia, ma se non avete ancora letto nulla, ecco cosa ne penso.


Un déjà-vu credo che l abbiano provato tutti nella vita prima o poi. Lascia interdetti e stupefatti, come se si fosse appena vissuta un'esperienza trascendentale.
Fantasiose elucubrazioni a cui
vi lascio senz'altro. Ogni spiegazione
possibile a un fenomeno, per dirsi
spiegazione, non deve e non può
comportare (o invocare) improbabili
circostanze, specie se concatenate tra loro.
Come disse quel genio di Occam:
Entia non sunt moltiplicanda!
“Questa scena l’ho già vissuta” è qualcosa di inquietante. Rompe il tranquillo legame causa-effetto a cui siamo abituati e la realtà sembra spappolarsi sotto i nostri occhi.

La cosa è terrificante ma intrigante, inquietante ma curiosa. 
Definisco il déjà-vu come una fase di stupore e di attesa degli eventi con la consapevolezza del loro prossimo avvenire.
Non è così facilmente riducibile a una banale sensazione di familiarità con una scena, un posto o una situazione.
Quello che proviamo è una concordanza perfetta tra ricordo e situazione attuale. Una coincidenza terrificante per le nostre strutture razionali che sono tranquillamente