Perché tutto questo?

E' ora che lasci qualche memoria digitale di alcuni pensieri che mi accompagnano da tempo. Devo farlo altrimenti potrebbero essere sepolti da altra roba. La mia mente ha smesso di accumulare informazioni.
E' iniziato allora il processo di sostituzione dei contenuti della mia memoria invece del suo ingrandimento. Insomma invecchio. Lascerò qui traccia digitale dello scorrere del tempo e dei pensieri.

2012-04-03

Madonna del Magnificat

Non è facile descrivere perché quest'opera suscita in me da anni un senso così profondo di commozione. 
E' a mio gusto l'opera d'arte pittorica più bella mai prodotta. 
magnificat ! (per una visione a risoluzione adeguata rimando a questo link http://www.novarmonia.it/arte/madonna-del-magnificat-sandro-botticelli-1485/ in cui lo splendore dell'opera è nettamente superiore a quella qui riportata.
Anche di tale opera non ho letto nulla, quindi rilascio le mie sensazioni dirette.
Di certo appartiene a un periodo storico forse irripetibile ispirato alla bellezza classica (torneranno mai i Botticelli, Da Vinci, Raffaello, Tiziano, Caravaggio e chi più ne ha più ne metta).
Di certo le cose che dirò potranno essere il risultato anche di una interiorizzazione delle
parole di qualcun'altro (mia cognata Monica di sicuro!) con cui molte volte ho parlato di questa meraviglia. Ormai è passato talmente tanto tempo che ho fuso i ricordi e unificato le sensazioni. Diciamo quindi che ho fatto mie considerazioni universali.
Sono passati in effetti molti anni dalla mia visita agli Uffizi dove ho potuto beneficiare della visione di innumerevoli capolavori artistici.
All'entrata esibii disinvolto il mio libretto da studente universitario di Filosofia, per scoprire che l'ingresso era gratuito (o ridotto) solo per gli studenti di belle arti e architettura.
Al che, armato di tutto il mio carisma abruzzese, feci il simpatico con la ragazza dei biglietti e le sussurrai che se lei non mi avesse fatto lo sconto ne sarei rimasto traumatizzato per sempre perché la mia laurea in filosofia, senza quella riduzione, non sarebbe proprio servita a niente nella vita.
La ragazza apprezzò la mia ironia e con un sorriso sincero fece uno strappo alla regola e riuscii a ottenere la riduzione.
Una volta fatta la fila (pochissima in quel giorno) riuscimmo (eh si, è una storia lunga) a entrare in questo meraviglioso  covo artistico e a saccheggiare con gli occhi secoli e secoli di arte meravigliosa.
Arrivati nella sala delle opere del Botticelli vi era ovviamente ressa attorno alla "primavera".
Tra uno spintone e qualche gomitata riuscii a visionare per meno di un minuto la celeberrima opera.
Poi il mio sguardo finii su questo tondo, e da lì non si mosse per i restanti 20 minuti.
Un tempo enorme considerando che la visita fino ad allora, visto il numero delle opere da visionare in un pomeriggio, era stata poco più di una passeggiata con rapidi sguardi alle migliaia di opere esposte.
Cosa successe non riesco a dirvelo ma questa opera mi catturò completamente.
L'opera giace a fianco alla "primavera" ma nel mio contemplarla fui disturbato pochissimo (uno dei vantaggi di avere dei gusti un po' diversi da quelli dei miei contemporanei tutti intenti a "primaveraggiarsi").
Insomma, potei restare a pochi centimetri dall'opera e assaporarne con la dovuta calma tutta la bellezza.
Da dove cominciare? 

Partirò dagli angeli ai lati del quadro che sorreggono la corona della madonna.
Una corona eterea maneggiata con infinita delicatezza illuminata da una luce sacra molto simile alla luce che illumina la nascita di Osiride (ogni raggio di luce porta con se un ANK della vita) in molti bassorilievi e papiri egizi.
Casualità? Non lo so ma probabilmente è solo una somiglianza dovuta al fatto che sono 2 immagini del medesimo oggetto usato per rappresentare la divinità suprema: il sole.
Vedere le mani e le dita degli angeli in quel gesto di riverenza è davvero qualcosa di "angelico", una grazia e una cura davvero non umane nel posare sopra al capo della Madonna il loro omaggio. Anche gli arti stessi, le mani, sono rese con una grazia e un armonia eccezionali.
Non sembrano sollevare un peso ma piuttosto, come "accompagnare del fumo".
Partecipano e non scandiscono il destino che si sta compiendo.
Gli sguardi degli angeli sono forgiati con indecifrabile concentrazione. Assorti nel loro compito sacro paiono completamente imperturbabili. Uomini o donne? Non si capisce niente altro che sono di una bellezza disarmante. Gli altri 3 angeli a sinistra sono realizzati con la medesima cura. Stessa androginicità, stessi sguardi eterei, stessa grazia e compostezza. Il gioco degli sguardi è studiato per dare dinamismo e direzione all'opera, con una serie di rimandi successivi. L'angelo in alto guarda il libro ma seguendo il suo sguardo incrociamo quello dell'angelo a destra che guarda quello a sinistra. L'angelo a sinistra osserva la madonna ma non osa volgere il suo sguardo sul suo viso. Lo sguardo arriva quindi all'angelo che regge la corona, riportandoci dopo questo breve "tour di smarrimento" al significato di questa opera, ossia  l'incoronazione della Madonna. 
Come se Botticelli volesse dirci "ehi, non distrarti".
Il bambin Gesù è florido, sano, stringe il melograno sostenuto dalla madre e "osa" sollevare gli occhi verso di lei. Sembra voglia partecipare a quello che per lui è un gioco, fatto sulle gambe della mamma. Il suo sguardo cerca di capire che tipo di gioco sia quello che la mamma sta facendo. Le sue mani cercano e sono in linea con quelle della madre in un gesto di fiducia e amore. Le mani della Madonna sono un capolavoro di bellezza e armonia. Le dita sono aggraziate, sottili, lunghe, e delicate. Ogni gesto sembra compiuto con il massimo della cura e attenzione, con una leggerezza ed eleganza infinita. Non tiene il melograno, lo sfiora con un dito. Non tiene la penna, la sfiora con due dita mentre tiene elegantemente inarcate le altre 3. Alle mani della Madonna trovo un solo vocabolo che le "esprima": leggiadria. Infine arriviamo al centro dell'opera. La Madonna ha vesti blu, e rosse, un copri spalle finemente lavorato e una sciarpa colorata a tono.
La linea delle spalle, esili e aggraziate, rimane percepibile al di sotto del vestito 
Sul suo capo vi è un drappo del medesimo colore per fermare i capelli e mitigare così la bellezza incredibile del suo volto.
Il volto della Madonna è qualcosa di più della semplice bellezza. La bellezza è qualcosa di alto e nobile e può appartenere a molti esseri umani, uomini o donne.
Ma qui non sto parlando di regolarità delle forme, di canoni artistici basati su proporzioni o altro. In quel viso traspare una bellezza davvero ultraterrena. Come definirlo meglio? Come fare per comunicarvi quello che quest'opera comunica a me?
Beh, io direi che la semplice armonia del viso non è sufficiente.
Le labbra sono perfettamente disegnate ma potrebbe essere giudicata una bocca troppo piccola.
Il naso è forse troppo lungo e sottile, forse e in basso sembra addirittura troppo grande.
Gli occhi sembrano mezzo addormentati, e vi è troppo spazio tra gli occhi e le sopracciglia. 
Insomma, non siamo di fronte ad un esempio di "perfezione" estetica.
Per me la bellezza di questa Madonna, oltre che nei singoli particolari (dal sopracciglio, al collo, alle labbra), sta nella purezza della pelle che non mostra alcun segno del tempo, nei capelli (disegnati in modo fantastico, mitigati dal velo bianco trasparente), ma è in fondo tutta racchiusa nello sguardo.
Di certo colpisce la luce del suo viso e soprattutto quella del suo petto. Una zona che dovrebbe essere in ombra è che invece sembra emettere luce propria. 
Un "trucco" stilistico che inganna il nostro occhio costringendoci a ipotizzare un candore eccezionale della pelle per poter apparire così lucente in quella posizione.
Un dettaglio che rende ancora più magica questa donna assorta nel suo compito.
Lo sguardo della Madonna è qualcosa di indecifrabile. I  suoi pensieri sono celati a chi osserva perché vi è una dedizione ad un opera di cui non si conosce la fattura. 
Ella sta guardando il libro, intenta a scrivere qualcosa ma a me viene da pensare che un tale sguardo può essere rivolto a qualsiasi cosa. 
E' uno sguardo che è infinitamente distante dallo scorrere del tempo e delle umane disgrazie. 
Vi è qualcosa che lo collega alla rassegnazione, alla pietà, all'amore, al dolore. 
Potrebbe avere sotto il suo sguardo il figlio sulla croce o il figlio nella culla, tutte le umane gioie, disgrazie e sofferenze ma nulla cambierebbe nel suo modo di guardare. 
Questa distanza incredibile, questo distacco espresso dal suo viso, raccolto in questa impenetrabile espressione, è davvero qualcosa che non appartiene a questo mondo. 
In esso io vedo la pace, la serenità. Se si potesse disegnare la pace, beh, avrebbe quel volto.
E' questa la sensazione più profonda che quest'opera mi trasmette.
Una pace e una serenità che vanno oltre lo scorrere delle cose, uno sguardo che lenisce i tormenti di qualsiasi animo.  
Incommensurabile distanza, eppur presenza.
Come nelle stampe cinesi la meditazione del soggetto è indicata dall'inclinazione della testa.
Questo carattere stilistico simboleggia la caducità della condizione umana e un pessimismo di fondo connesso alla vita.
Un ripiegarsi su se stessi verso il proprio dolore o piuttosto alle cure del dolore del nostro prossimo. E' quindi un cedere alla gravità e alla necessità della sofferenza e della morte ma anche l'unica occasione di violare la legge eterna dell'egoismo e uscire al di fuori di noi stessi per aprirci all'Altro.
Vivere lo stesso dolore. Piangere le stesse lacrime, di gioia e di dolore.
Sentirsi uniti con altre creature imprigionate in questo mondo.
Nel fare tutto questo la Madonna ha perso ogni coinvolgimento materiale. Non è madre, sorella, padre o figlia. 
E' tutte queste cose insieme e nessuna di queste.
E' oltre, al di là della partecipazione, in un oceano di quiete.
Nulla intacca la purezza dello sguardo della Madonna.
Essa non è di questo mondo. 
Osservandolo dall'alto offre l'ultimo rifugio al viandante senza meta, immerso completamente nei dolori del mondo.




Nessun commento:

Posta un commento

Grazie da parte mia e di tutti i visitatori per voler condividere il tuo pensiero.